Bergamo Città Impresa: segnali strategici per interpretare il futuro delle PMI italiane

La nuova edizione di Bergamo Città Impresa ha offerto molto più di un confronto tra economisti e imprenditori. Ha fornito una lettura chiara delle forze che stanno ridisegnando il sistema produttivo italiano: dalla geopolitica alla tecnologia, dal costo del capitale all’energia, fino ai nodi irrisolti della governance familiare.
Per realtà come Vitis Capital, che operano a fianco di imprenditori in transizione, questi segnali rappresentano indicatori preziosi per interpretare il presente e prepararsi al futuro.

Uno scenario macroeconomico che cambia

L’analisi macroeconomica presentata da Intesa Sanpaolo descrive un contesto più complesso rispetto agli ultimi anni. Il mercato del lavoro mostra i primi segnali di rallentamento e il costo del capitale rimarrà elevato più a lungo del previsto, anche a causa di una politica monetaria statunitense meno accomodante. Parallelamente, il potere d’acquisto dei salari sta migliorando e la domanda interna continuerà a sostenere la crescita italiana, ma il quadro generale è ancora segnato da incertezza e possibili riallineamenti delle grandi economie europee.

A ciò si aggiunge una dimensione geopolitica sempre più rilevante per le PMI. La competizione internazionale non riguarda più soltanto prezzi e mercati: include tecnologia, sicurezza delle filiere, posizionamento strategico e regole comuni.

La sovracapacità produttiva cinese, soprattutto nell’acciaio, mette sotto pressione le industrie europee già gravate da normative complesse e costi energetici significativi. È un tema che tocca molto da vicino i territori manifatturieri del Nord Italia, dove interi distretti lavorano in filiere globali e dipendono dalla stabilità dei costi e dalla coerenza delle politiche industriali.

Energia e transizione: un tema industriale, non ideologico

Proprio l’energia è tornata al centro del dibattito. La transizione verde rimane fondamentale, ma non è sufficiente a garantire competitività nel medio periodo. Il ritorno del nucleare — incluso l’interesse crescente per i reattori modulari — riflette una necessità concreta: dotare le imprese di una base energetica stabile, prevedibile e sostenibile. Per la manifattura italiana, e in particolare per le aziende ad alta intensità tecnologica, la disponibilità di energia a costi competitivi diventerà uno dei veri fattori differenzianti dei prossimi anni.

Il festival ha offerto anche esempi concreti di trasformazione industriale. Il percorso di Carco, oggi fornitore certificato del settore aerospaziale e partner di SpaceX, è emblematico. In vent’anni l’azienda è passata da venti dipendenti a oltre mille, investendo in competenze, qualità e presenza internazionale. Un caso che conferma come, nei settori più avanzati, crescere non sia un atto di ambizione ma una necessità. Dimensione, tecnologia e processi sono le leve che permettono a un’impresa italiana di competere in mercati regolati, complessi e globali.

La governance familiare come fattore critico

Accanto ai temi macroeconomici e industriali, Bergamo ha riportato al centro una realtà che attraversa la maggior parte delle PMI italiane: la governance familiare. Molte imprese si trovano oggi in un punto critico del loro percorso. Trasformazioni tecnologiche, richieste di mercato più rapide e una maggiore necessità di capitali mettono sotto pressione modelli organizzativi che, in alcuni casi, non si sono evoluti con la stessa velocità. Le difficoltà nei passaggi generazionali, la frammentazione tra rami familiari e la lentezza decisionale sono fenomeni diffusi, non eccezioni. E spesso rappresentano un limite invisibile alla crescita, soprattutto quando l’azienda avrebbe le possibilità per espandersi.

Il quadro complessivo emerso dal festival può essere sintetizzato in tre traiettorie di trasformazione per le PMI italiane: la necessità di aumentare la propria dimensione per operare in filiere sempre più complesse; l’urgenza di integrare davvero tecnologia e intelligenza artificiale nei processi; e l’importanza di strutturare un piano di continuità imprenditoriale chiaro e professionale.
Sono tre linee di sviluppo con cui molte aziende si stanno misurando proprio ora.

Il ruolo di Vitis Capital in questo scenario

Per Vitis Capital, tutto questo rappresenta conferma del nostro modo di operare. Lavoriamo per costruire percorsi di transizione ordinati, preservando cultura e persone, ma introducendo visione strategica, struttura organizzativa e competenze manageriali. L’obiettivo è accompagnare aziende solide verso una fase nuova di crescita sostenibile, capace di valorizzare quanto già costruito e di aprire spazio al potenziale ancora inespresso.

Il festival ha mostrato chiaramente che l’Italia continua a esprimere talento industriale, capacità tecnica e una forte identità imprenditoriale. Ciò di cui molte aziende hanno bisogno oggi non è un cambio radicale, ma una guida: qualcuno che sappia leggere il contesto, prendere decisioni strategiche e portare l’impresa nella sua prossima fase di sviluppo.
In questo scenario, la continuità imprenditoriale diventa un’opportunità: per gli imprenditori che vogliono preservare la loro eredità e per chi è pronto a dare nuovo impulso al futuro dell'azienda.

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